<<Oscar! Oscar! Sei sveglia?
Oscar! E’ l’alba!!!>>
La voce di Andrè la
svegliò dal suo torpore.
<<Andrè....>>
<<Posso entrare Oscar?>>
<<Ssi...un attimo...arrivo....>>
Scese di corsa dal letto e
indossò la sua giubba blu, prima di aprire la porta.
Quando Andrè la vide,
provò una tenerezza infinita per la sua Oscar...: i capelli arruffati,
gli occhi pesti dal sonno...era terribilmente affascinante.....
<<Oscar...- disse, cercando
di mascherare le sue sensazioni - non sei ancora pronta? Ti aspettiamo
sotto allora...>>
Oscar aveva aperto la porta
di scatto, e si era trovata davanti Andrè, in perfetta tenuta da
soldato della guardia, impeccabile e sull’attenti.
<<Si, arrivo subito.....>>
si richiuse l’uscio alle spalle e si avviò verso la tinozza dell’acqua.
Spalancò la finestra prese una boccata d’aria.....un nuovo giorno
stava per cominciare.
<<Buon giorno Comandante!
Dormito bene?>>
Alain la salutò cordialmente,
dal cortile della locanda, come se nulla fosse successo tra di loro la
sera prima. L'ironia era l'arma vincente di quel ragazzo…
<<Alain, si grazie non
c’è male>> fece finta di nulla.
Quando fu pronta e vestita
scese dabbasso, del caffè pronto sul tavolo preparato dalla locandiera
l’aspettava, fumante.
Dopodichè uscì,
pronta ad affrontare la giornata.
Nell’ufficio della piccola
caserma di Meudon l’aspettava il sindaco.
<<Comandante Jarjayes,
buongiorno, spero che l’ospitalità di mia sorella sia stata di vostro
gradimento>>
<<Grazie Mesieur Henry,
sono stata benissimo, notizie dell’arrivo del principe?>>
<<Si Comandante. Dovrebbe
essere a Meudon verso le 11.00>>
<<Benissimo. Allora gli
andrò incontro con i miei uomini. >>
<<Bene, buona fortuna
Comandante Jaryaes>>
<<Anche a voi!>>
Oscar montò in groppa
a César e, insieme ad Andrè ed Alain si avviò incontro
alla carrozza reale.
<<Soldati, cercate di
tenere gli occhi aperti mi raccomando>> ordinò, non appena arrivata
alla prima postazione di guardia, lungo la strada.
<<Sissignore, signor
Comandante!>>
Strada facendo incontrarono
la prima sezione dei soldati personali del principe. Parlavano il francese
con spiccato accento spagnolo.
Quando videro Oscar, la quale
si presentò con suo nome e grado, non nascosero un po' di stupore
nei loro occhi, vedendo una donna al comando di un reggimento di soldati,
ma durò pochi istanti.
<<Benvenuti in Francia,
avete avuto problemi?>>
<<No Comandante Jarjayes,
fortunatamente no, però ci hanno riferito che qui arriva il pezzo
più difficile..>>
<<Ho messo alcuni miei
uomini a pattugliare la strada dove dovrete passare. Andate avanti e fatevi
riconoscere>>
<<Bene, grazie Comandante...>>
<<Noi andremo avanti,
incontro alla carrozza del principe, al galoppo uomini!>>
Andrè ed Alain la seguirono.
Dopo poco videro spuntare il muso dei cavalli della carrozza.
<<Sono Oscar Francois
de Jarjayes, Comandate dei soldato della guardia nazionale, reggimento
di Parigi e porgo i miei omaggi a Vostra Altezza>>
Il principe era un bell’uomo,
di circa 40 anni, era accompagnato da sua moglie, Sua Altezza la Principessa
Isabella e dalla figlia, una bambina di circa 6 anni. Seguivano il convoglio
reale alcune cameriere.
Si erano fermati a riposare
nella stazione di posta di Meudon.
<<Andrè! Guarda
lì che roba....>> disse Alain rivolto all’amico, adducendo a due
ragazze spagnole molto carine che emettevano risatine gorgheggianti dietro
ai ventagli, in direzione di loro due.
<<Io mi prendo quella
vestita di rosso, ti va bene l’altra?>>
<<Alain, ma che stai
dicendo?>> Andrè fece finta di nulla, ma anche lui aveva notato
lo sguardo di una delle due gentili donzelle spagnole.
<<Eddai Andrè!!
Non mi dirai che non sai nulla del sangue “caliente” delle spagnole! Una
volta ne conobbi una, in una locanda fuori Parigi, era una bomba!!>>
E si mise a ridere.
<<Mi sa che oggi facciamo
giornata Andrè!!>>
E tutti e due si misero a ridere
sguaiatamente, insieme ad alcuni soldati spagnoli.
Oscar era nel frattempo intenta
a discutere col capitano delle guardie spagnole e non aveva udito una parola
dei discorsi dei due soldati, ma quando si voltò vide che sia Alain
che Andrè erano bellamente appoggiati al bancone della taverna impegnati
in una conversazione con le due ragazze. Una delle due aveva appoggiato,
con fare civettuolo, la sua mano su quella di Andrè.
Quella vista procurò
ad Oscar un profondo fastidio, avrebbe voluto andare lì e separare
i due ma la sua dignità e il suo orgoglio le impedirono di fare
un ulteriore passo.
Era diventata parecchio sensibile
dalla sera prima, aveva forse compreso molte cose...prima di tutto aveva
capito che doveva assolutamente far chiarezza nel suo cuore e capire cosa
realmente provava. L’atteggiamento sorprendente che Alain aveva avuto nei
suoi confronti l’aveva turbata, ma non tanto il suo gesto sconsiderato,
quanto la sua reazione. I suoi pensieri...per Andrè. Si sentiva
ormai fragile, pronta a soccombere, ma stranamente non provava rabbia o
altro. Orami aveva capito che non poteva nascondersi in eterno, che la
sua vita le apparteneva e che soprattutto doveva smettere di fingere con
sè stessa.
Dal canto suo Andrè
non si era reso conto che lei lo stava osservando. Comunque non era sua
intenzione andar oltre con quella ragazza.
<<Tutto bene senior?>>
chiese preoccupata lei, che aveva notato che Andrè aveva delicatamente
ma prontamente ritirato la mano al suo contatto.
<<Certo, nessun problema>>
disse lui, un poco infastidito dalla troppa socievolezza della damigella.
<<Sentite Luisa io...>>
ma venne interrotto da Alain che sopraggiungeva insieme ad una deliziosa
spagnola sottobraccio.
<<Andrè amico
mio!!! Bella la vita eh?>> e gli strizzo l’occhio.
<<Soldati sull’attenti!
In marcia, non c’è tempo da perdere!>>
Oscar era sopraggiunta da dietro
e la sua voce era alquanto alterata.
<<Bene Comandante....
- disse Alain di malavoglia - Madamigella, spero di rivedervi presto......>>
e si profuse in un delizioso baciamano, per nulla intimorito dal tono autorevole
del suo Comandante.
<<Andrè, non ti
sei accorto di nulla?>>, domandò Alain dopo un po', mentre cavalcavano
verso Parigi
<<Come?>>
<<No dico, non ti sei
accorto di come la tua Oscar è piombata dietro di te, nella locanda?>>
<<Alain, tu sogni! Hai
un appuntamento stasera?>> rispose Andrè, sogghignando.
<<Andrè, amico
mio. Mi sa che sei tu che non hai capito nulla!>> e così dicendo
partì al galoppo in direzione della carrozza delle cameriere del
Principe.
Improvvisamente si udirono
degli spari.
<<Uomini attenzione!!
Occhi aperti!>> e, mentre il comandante delle guardie spagnole diceva altrettanto
ai suoi soldati, Oscar partì al galoppo verso la radura.
Una figura, mascherata, fra
i cespugli.
<<Comandante! E’ fuggito!>>
<<Andate avanti, io vi
seguirò! Alain, prendi il comando!>> e partì in direzione
della fuga dell’uomo mascherato.
<<Oscar, aspetta! Vengo
con te!>> Andrè non esitò neppure un istante e si lanciò
all’inseguimento.
Altri spari. Provenivano dalla
radura. Oscar.....
Quando lui arrivò, vide
due figure che si fronteggiavano.
<<Posa quel fucile e
allontanati>> Oscar stava puntando la pistola contro un uomo con una maschera
sul volto.
Andrè seguì la
scena da dietro un cespuglio, pronto ad intervenire se fosse stato necessario.
L’uomo posò il fucile
ed alzò le mani.
Improvvisamente però
da dietro un albero sbucò una seconda figura, mascherata, con una
pistola. Oscar non fu abbastanza veloce da accorgersene ma Andrè,
il quale aveva assistito alla scena, non perse un secondo e si lanciò
sull’uomo.
<<Andrè!!>>
Il primo uomo era fuggito e
Oscar stava assistendo alla furibonda lotta tra Andrè e il malvivente.
Sempre con la pistola puntata, non si decideva a far fuoco per paura di
colpire l’amico. Ad un certo punto però si udì un colpo.
L’eco fece volar via alcuni uccelli da dietro un cespuglio. L’uomo si alzò
e fuggì. Andrè era rimasto a terra, immobile.
<<Andrè....>>
Fine 2° parte
Alex